C’è stato un tempo in cui la politica era un sentimento pulito? – di Rocambole Garufi

Giovanni Garufi senior, fondatore del Movimento Sociale Italiano di Militello, e Ciccio Basso, leader delle Lotte Contadine dei Comunisti.

Dedica

di Rocambole Garufi

Ho scritto queste pagine, pensando a una Militello che vorrei rivedere.

Un luogo dove potevi incontrare un uomo come Giovanni Garufi, mio padre, che possedette un negozio di generi alimentari, riuscendo a fallire, perché se aveva voglia di leggere il suo giornale, leggeva e non dava conto ai clienti, o se voleva sognare ricchezze, coltivando la campagna, chiudeva tutto e con la sua bicicletta attrezzata come un camion portava in casa pomodori a forma di cuore, o le fragole che tanto piacevano a mia madre.

Quando si ritrovò pieno di debiti e in un ambiente di famelici usurai, senza pianti, senza strepiti, senza furberie, senza cercare raccomandazioni, aumentò i debiti, comprò un’ape e divenne venditore ambulante.

Da Noto, dove portò il magazzino, girava e vendeva varecchina in tutto il siracusano, annunciando con fatica la merce, perché si vergognava della volgarità.

Ma pagò fino all’ultima lira, non svendendo le sue idee politiche e mantenendo la schiena dritta.

In quello stesso luogo potevi incontrare pure chi in politica militava sul fronte opposto e della politica aveva fatto la sua vita.

Era l’on. Francesco Basso, per tutti Ciccio Basso, che conobbe le galere padronali, ai tempi dell’occupazione contadina delle terre.

Eletto nel parlamento siciliano, ne uscì più povero di quando ci entrò. Fece il sindaco in maniera gentile, pensando all’arte qualche volta e non soltanto agli appalti. Alla fine rimase solo e gli restarono intatti i sogni, l’intelligenza creativa degli antichi, il generoso amore per il confronto delle idee.

Erano due uomini che tra il 1943 e il 1945 si sarebbero sparati addosso, se si fossero incontrati sulle montagne del Nord. Era questo il loro modo di essere fratelli nella dignità. Come i campanilisti di Militello in eterna guerra, erano capaci di rompere un’amicizia, per una questione di principio. Esattamente al contrario di quella accomodante Sicilia degli amici, che piace tanto ai servi e alla mafia.

L’averli conosciuti è un buon motivo per sentirmi orgoglioso della mia terra.

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